Intel celebra la nascita del processore 4004. Il blocco costruttivo “ancestrale” dell’information technology e progenitore di tutti i dispositivi tecnologici oggi in commercio

Roma – Il primo microprocessore della storia compie i suoi primi 40 anni, e come già successo in occasione del trentesimo compleanno Intel celebra la creazione di una tecnologia destinata – ora come allora – a influenzare profondamente il rapporto uomo-macchina, la società e le capacità di elaborazione delle informazioni a disposizione della mente umana negli anni a venire.

Nel 1971 gli ingegneri Intel realizzarono la CPU 4004, primo microprocessore integrato capace di contenere un “cervello” elettronico completo e inizialmente destinato a far funzionare le calcolatrici elettroniche della società giapponese Busicom.

Tra i “cervelli” al tempo impegnati con Intel e responsabili della realizzazione del 4004 c’era l’ingegnere Federico Faggin, vicentino naturalizzato cittadino statunitense già ampiamente celebrato nella sua patria originaria e poi in quella di adozione.

Il 4004 di Intel era una CPU a 4-bit e 720 Kilohertz (sic) di frequenza costituita dalla bellezza di 2.300 transistor, fabbricato con processo produttivo a 10.000 nanometri (contro i 32nm delle CPU più moderne) su wafer da 60 millimetri (oggi 300mm).

Fu solo l’inizio di una rivoluzione che presto portò alla prima CPU a 8-bit (Intel 8008), poi alla seconda (Intel 8080) e infine ai primi esemplari dell’architettura x86 a 16-bit (Intel 8086 e 8088) che ancora oggi alberga nel cuore aritmetico dei processori multi-core e multi-purpose (CPU/APU+GPU) realizzati da Intel stessa e aziende concorrenti.

La fondamentale importanza storica della prima CPU si riverbera oggi in ogni ambito di lavoro, svago e studio, dai giganteschi super-computer ospitati negli istituti di ricerca più prestigiosi agli smartphone e ai tablet a basso consumo di nuova generazione. Federico Faggin dice di essersi reso subito conto dell’importanza del “salto tecnologico” fatto con il 4004, ma confessa candidamente di essere rimasto stupito (come tutti) della portata di una rivoluzione ancora in corso che ha permesso la nascita (tra le altre cose) di Internet.

Quale futuro per il microprocessore? L’ingegnere si dice convinto del fatto che la CPU continuerà a portare meraviglie per la società e la storia della tecnologia, sia nel formato “tradizionale” impacchettato da Intel, AMD, ARM e quant’altri che in nuove iterazioni come il chiacchierato computer quantico.

Quello a cui Faggin non crede è però l’avvento del fenomeno noto come “singolarità”, un momento topico nella storia umana che secondo i suoi cantori (Ray Kurzweil in primis) dovrebbe portare a una sostanziale parità di capacità intellettive tra uomo e macchina. Anche i computer quantici, dice Faggin, avranno un bel po’ di decenni da macinare prima di rappresentare una sfida reale alla complessità della mente umana.

viaPI: CPU, i suoi primi 40 anni.